Le caratteristiche delle difficoltà sociali nei bambini possono essere molteplici e sfumate e tale variabilità rende più difficile il riconoscimento precoce del problema da parte degli adulti di riferimento. I genitori, in questi casi, sentono crescere un disagio strano e inspiegabile. Il pediatra rassicura, il bimbo cresce bene. La zia tranquillizza e invita ad abbassare il livello di allerta che caratterizza la nascita e i primi anni di vita di un figlio, soprattutto se si tratta del primogenito. “Aspettate, ognuno ha i suoi tempi” dicono educatrici e insegnanti. Eppure quella sensazione di disagio si trascina.
L’area comunicativa sociale è quella che maggiormente ci caratterizza come esseri umani. Perché, però, è così difficile cogliere i segnali di qualcosa che non va? Spesso i campanelli di allarme sono confusi con normali caratteristiche di temperamento. Oggi la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico viene fatta a 3 anni ma la sintomatologia inizia a manifestarsi pienamente già nel secondo anno di vita. Tuttavia, già nei primi 12 mesi di vita, è possibile iniziare ad osservare segnali di sviluppo anomalo. Accorgersi che il bambino possa avere problemi nello sviluppo interpersonale può provocare una paura e un dolore talmente profondo da ritardare il più possibile un consulto specialistico. È bene, però, ricordare che un intervento precoce risulta di gran lunga più efficace piuttosto che uno avviato in tarda infanzia.
La presa in carico tempestiva, inoltre, permette ai genitori di adeguare il loro comportamento alle caratteristiche e alle difficoltà del bambino, aiutando ad alleviare la sofferenza emotiva della famiglia e migliorandone significativamente la qualità della vita.
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